In questo link il mio contributo al padlet del prof Angelo Chiarle sui nativi digitali:
· Le TIC valgono davvero a motivare gli
studenti?
Ho iniziato ad usare le nuove tecnologie, già dalla
fine degli anni 90, da allora, seppur con mille difficoltà, ho portato le mie
idee in classe, trasformando la lezione frontale in una lezione dinamica e
coinvolgente, dove i ragazzi riuscivano a sentirsi protagonisti del loro
apprendimento. Dopo la lavagna luminosa con i lucidi che mi permettevano a
proiettare la lezione sulla parete dell’aula, sono stati i power point a
entrare nelle classi, i primi a insegnare i collegamenti ipertestuali, i primi
a rendere la lezione un “gioco”.
· Quali resistenze hai incontrato da
parte sia dei ragazzi sia delle famiglie?
Non ho mai incontrato resistenze da parte delle
famiglie, né da parte dei ragazzi, anzi hanno sempre apprezzato la lezione
innovativa. Ricordo quando per la prima volta ho fatto entrare in classe il
test a scelta multipla con la piattaforma Kahoot, l’entusiasmo era alle stelle
e tutti hanno partecipato attivamente al “gioco”, si perché le TIC danno la
possibilità, a noi docenti, di insegnare giocando e ai ragazzi, di imparare
divertendosi.
· Quali esperienze gratificanti sei
riuscita/o a realizzare grazie alle TIC?
Le TIC si sono rivelati utilissimi nelle classi in cui
sono presenti alunni problematici, le nuove tecnologie aiutano questi ragazzi a
integrarsi nel gruppo classe e partecipare alle varie attività.
· Il gioco (le TIC) vale davvero la
candela (gli apprendimenti)?
Il lavoro dell’insegnante si moltiplica, bisogna
programmare le varie attività e organizzarle in modo da non perdere tempo all’interno
della classe. L’apprendimento viene facilitato
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